Quando Ford Italia ci ha proposto la prova della Ford Mustang, è stato impossibile rifiutare. D’altronde, si sta parlando di una vera e propria icona dell’automobilismo, che finalmente con quest’ultima generazione arriva anche nel Vecchio Continente. E nel farlo porta con sé tante novità che fanno sorgere spontanea una domanda: è davvero necessario spendere delle cifre esagerate per acquistare un’auto che sia divertente ed emozionante?
UN PO’ DI STORIA
Nata nel 1964, la Ford Mustang ha creato un intero nuovo segmento di automobili, dando il via alla moda delle cosiddette pony car. Più piccole e meno potenti delle più grandi muscle car, le pony car si sono subito affermate per il loro stile e per la loro agilità guadagnando in breve tempo un fascino inimitabile.
Nel 1967 viene immessa sul mercato quella che oggi viene ricordata come la Mustang per antonomasia. Parliamo della Ford Mustang GT con carrozzeria Fastback, rimasta in produzione fino alla fine del 1968. Rispetto alla Mustang originariamente introdotta nel 1964, il Model Year 67-68 aveva dei motori molto più grandi che potevano arrivare fino a 7 litri di cilindrata.
Fedelmente alla filosofia delle automobili americane, la potenza del motore era abbinata, in maniera quasi diametralmente opposta, ad una architettura molto poco sofisticata per quanto riguarda la costruzione dello chassis e il design delle sospensioni. Grande parte della componentistica era infatti derivata dalle Ford Falcon e dalle Ford Fairlane. Insomma: un approccio molto diverso da quello di noi Europei che puntavamo tantissimo sui motori piccoli ma dall’elevata potenza specifica e sulla raffinatezza delle sospensioni.
Tuttavia, al di là dell’Oceano Atlantico la Ford Mustang aveva un grosso vantaggio sulle sorelle maggiori muscle car: il peso ridotto. Dove infatti una Dodge Charger R/T del 1969 (conosciuta dai più come il Generale Lee di Hazzard) pesava oltre 1700 chilogrammi, la Mustang fermava la bilancia ben 400 chili prima.
UNA NUOVA EPOCA
Purtroppo, però, la poesia è stata interrotta troppo presto: la crisi petrolifera del 1973, infatti, ha bruscamente frenato l’ascesa della Mustang, così come di tante altre sue colleghe. La Dodge Challenger, ad esempio, nel 1978 è diventata una Mitsubishi Galant Lambda rimarchiata; il nome Dodge Charger nel 1982 è stato riassegnato ad una vettura compatta motorizzata con propulsori 1.6, 1.7 e 2.2.
La Ford Mustang ha dapprima ceduto il passo ad un modello intermedio e infine a quella definita dagli appassionati Fox-Body, introdotta nel 1978: entrambe a listino con motori a 4 cilindri da 2.3 litri. Cilindrate, quindi, ben lontane da quelle che per almeno 10 anni hanno fatto sognare ad occhi e orecchie aperte tutti gli appassionati. E si è dovuta attendere attendere la fine del 20° secolo per osservare la vera e propria rinascita della muscle car.
Sebbene la Mustang di fine anni ’90 fosse parzialmente riuscita a ridare lustro al nome Mustang, mancava ancora qualcosa. Così nel 2005 Ford ha lanciato sul mercato una Mustang completamente nuovo. Una vettura che ritorna allo stile originario della Fastback, che guarda al passato mantenendo tecnologie moderne. Una vettura che vuole riportare in auge i fasti del nome Mustang. Purtroppo la Ford Mustang Serie S197 lanciata nel 2005 non è mai ufficialmente arrivata in Europa: era disponibile infatti solo per mezzo di importazioni parallele non ufficialmente riconosciute da Ford of Europe. Tuttavia, nel 2014 Ford ha preso una decisione che ha lasciato di stucco il mondo intero dell’automobilismo.
Correva la sera del 24 maggio 2014, a Lisbona: nella capitale del Portogallo, infatti, stava per disputarsi la finale della UEFA Champions League. E in quell’occasione, Ford apriva ufficialmente gli ordini in Europa per l’iconica vettura americana. Nessun taglio, nessun risparmio: la Ford Mustang europea sarebbe stata disponibile come la gemella americana con il motore V8 sia in versione fastback che in versione cabriolet.
E NON FINISCE QUI
Ma tutto questo non bastava: perché per prepararsi allo sbarco nel Vecchio Continente, la Ford Mustang cambiava radicalmente i suoi schemi. Per la prima volta, una Ford Mustang avrebbe avuto di serie le sospensioni posteriori indipendenti (per correttezza, non è la prima volta in assoluto, dal momento che la Mustang SVT Cobra venduta dal 1999 al 2004 aveva anch’essa le sospensioni posteriori indipendenti; ma in questo caso parliamo di un modello a tiratura limitata al top di gamma).
Per adattarsi alle esigenze del mercato Europeo in termini di costi di mantenimento e di gestione, Ford ha anche proposto un’alternativa “ridotta” per i clienti meno facoltosi. La Ford Mustang infatti è stata subito offerta anche con lo stesso 2.3 EcoBoost che equipaggia la Ford Focus RS. Un motore che convince molto nella sua erogazione e che per certi versi migliora l’handling alleggerendo l’avantreno, ma che difficilmente riesce a competere in termini di fascino con il fratello maggiore ad otto cilindri.
In realtà, molte delle migliorie apportate con la sesta generazione della Ford Mustang (serie S550) sarebbero già dovute essere introdotte con la precedente serie S197 venduta dal 2005 al 2014. In particolare, è noto che quando Ford ha iniziato a mettere a punto la piattaforma D2C che ha fatto da base alla quinta generazione della Mustang, ha studiato la stessa per poter ospitare le sospensioni posteriori indipendenti. Tuttavia, per ragioni di tempistiche e di costi, il tutto è stato accantonato.
Invece con la sesta generazione, Ford ha anche rivisto l’asse anteriore. La nuova Ford Mustang infatti è dotata di sospensioni anteriori con schema MacPherson dotate di doppio snodo. Questo permette di ottenere un asse di sterzo virtuale dal momento che il singolo braccio inferiore viene sostituito con una coppia di leve a formare uno schema trapezoidale. Una soluzione, questa, adottata anche su molte vetture europee premium che conferisce elevata precisione di sterzo e, al tempo stesso, grande stabilità in rettilineo.
UN MOTORE ECCEZIONALE
Sebbene il motore della sesta generazione della Mustang derivi in maniera quasi diretta dal 5.0 Coyote installato sull’ultima iterazione della precedente generazione, alcune modifiche sono state effettuate per migliorare ulteriormente il propulsore. In particolare, il blocco, originariamente in ghisa, è stato sostituito da un blocco in alluminio. Rimangono immutati invece l’ordine di accensione (che passa dal tradizionale 1-3-7-2-6-5-4-8 a 1-5-4-8-6-3-7-2) e la tecnologia Ford Ti-VCT.
Tuttavia, col restyling che la Mustang ha subito nel 2018 Ford ha modificato il motore portandolo a 5.038 centimetri cubici di cilindrata e 450 cavalli, dotandolo di iniezione diretta ad alta pressione, valvole più grandi e un rapporto di compressione che sale da 11.0:1 a 12.0:1. Grazie alla tecnologia Ti-VCT, utilizzata con successo anche su molti motori europei della produzione Ford, il V8 della Mustang può anticipare o ritardare la fasatura sia delle valvole di aspirazione che di quelle di scarico. Il risultato è quello di un motore piacevole con cui girare in basso, ma che letteralmente cambia la sua personalità non appena l’ago del contagiri supera i 5.000 giri. È qui infatti che il motore della Ford Mustang letteralmente esplode in un crescendo rossiniano fino alla zona rossa fissata a 7.400 giri al minuto.
Certo: i puristi e gli intenditori potrebbero far notare che la fasatura variabile e l’iniezione diretta non sono certamente novità. Specialmente per i motori prodotti da case automobilistiche europee e giapponesi. È di Alfa Romeo infatti il primato per aver installato per la prima volta un variatore di fase in un’automobile prodotta in serie (1980). È di Mercedes-Benz il primato per aver utilizzato l’iniezione diretta su una vettura prodotta in serie per la prima volta (1954). E si potrebbe andare avanti all’infinito con la lista di cose che oggi la Mustang ha e che le altre case hanno introdotto tempo addietro. Ma non è questo lo spirito con cui va osservata questa vettura. Il senso del discorso è che finalmente acquistare una Mustang significa comprare una vettura che offre il fascino del V8 americano senza rinunciare al piacere di guida e alla tecnologia motoristica a cui noi Europei (e in particolare italiani) siamo oramai abituati.
UNA VOCE POTENTE
Uno dei motivi principali per scegliere un V8 è la sua voce. Quel gorgoglio cupo, inconfondibile, che accompagna al minimo e che si trasforma in un lacerante latrato durante le tirate a limitatore. Per rendere il mezzo socialmente più accettabile in tutte quelle situazioni in cui non è buona norma far troppo rumore, la Ford Mustang in Italia offre di serie lo scarico a valvola.
È possibile infatti impostare l’intensità del sound tra quattro impostazioni diverse: Silenzioso, Normale, Sport o Tracciato. Altra caratteristica è la possibilità di scegliere una finestra temporale all’interno della quale la Ford Mustang si avvia sempre in modalità silenziosa per, ad esempio, non disturbare il vicinato di notte.
In abbinamento al potente motore Coyote da 5 litri di cilindrata, la nostra Ford Mustang ha un cambio automatico a dieci velocità sviluppata congiuntamente da Ford e da General Motors. Questa trasmissione è stata già da noi provata su altri modelli della produzione Ford. In particolare, si è rivelata assai efficace sul Ford Ranger Raptor in abbinamento al motore 2.0 EcoBlue da 213 cavalli. L’unica pecca è che, onestamente, dato il temperamento della vettura e la bontà della trasmissione, avrebbe meritato delle palette al volante di dimensione ben più generosa. Appunto che sorge spontaneo considerando che proprio il Ranger Raptor è dotato di grandi paddles, assenti qui sulla Mustang.
Nulla da dire invece sull’impianto frenante: a tenere a bada la prepotenza dell’8 cilindri ci pensa un impianto frenante Brembo a sei pistoncini con dischi ventilati da 380 millimetri all’anteriore. Molto modulabile è anche il pedale del freno, che mantiene una consistenza perfetta. Questa caratteristica, ultimamente rara anche sulle vetture della produzione europea, consente di dosare alla perfezione la frenata ottenendo tutta la precisione che ci si aspetta da una vettura con 450 cavalli.
LA VITA A BORDO
Il fatto che questa recensione punti tanto sulle caratteristiche tecniche e sul piacere di guida non è difficile da intuire. Tuttavia, Ford non si è fermata qui. Per quelle poche volte in cui passa la voglia di stuzzicare il motore, la Ford Mustang offre un eccellente livello di qualità di vita a bordo.
Il quadro strumenti totalmente personalizzabile offre un gran numero di indicatori, che comprendono il rapporto stechiometrico tra aria e benzina, la pressione dell’olio, la depressione nella camera di scoppio, la temperatura dell’aria aspirata e altro ancora. L’illuminazione completamente personalizzabile consente di variare sia i colori del quadro strumenti che quelli dell’illuminazione ambientale soffusa.
Immancabili le tecnologie di mirroring Apple Carplay e Android Auto. Il sistema di informazione ed intrattenimento è basato sul Ford SYNC3: una piattaforma touchscreen della quale abbiamo già parlato bene in virtù della sua reattività e delle funzionalità connesse grazie al modem integrato. In particolare, è possibile interfacciarsi con l’App FordPass per poter controllare da remoto lo stato della vettura e poter anche avviare il motore comodamente tramite il proprio smartphone. Infine, se non voleste farvi cullare dal borbottio del motore V8 e preferiste per qualche motivo girare con gli scarichi in modalità silenziosa, la Ford Mustang arriva in Europa con un ottimo impianto audio firmato da Bang & Olufsen. Provvisto di dodici altoparlanti e di un subwoofer montato nel vano portabagagli, il sistema B&O Sound System garantisce un suono potente ma soprattutto di grande qualità.
COME VA?
Per raccontare quelle che sono le sensazioni che la Mustang regala al volante, occorre ricollegarsi alla domanda iniziale. È davvero necessario spendere tanto per divertirsi al volante? E per divertimento qui non parliamo di andare forte sul rettilineo. Parliamo del mettersi al volante di qualcosa che in un modo o nell’altro non delude, qualcosa capace di regalare un piacere di guida eccellente. Qualcosa che metta di ottimo umore il conducente.
Parliamoci chiaro: il listino di oggi è ancora pieno di autovetture capaci di far divertire. Il problema è sempre quello: a che prezzo? Prendiamo un listino degli anni ’70, ’80; ma anche ’90. Era pieno di automobili che, con un esborso contenuto, avrebbero potuto regalare sorrisi al volante. Vetture che non avevano bisogno di troppi cavalli o di un blasone sul cofano per regalare sensazioni di tutto rispetto. Oggi, il mercato dell’automobile è radicalmente cambiato. Nel corso del tempo, le vetture hanno assunto sempre di più il ruolo di mezzi di trasporto e sempre meno quello di strumenti di piacere.
La Mustang sembra quasi essere un glitch nel moderno mondo automobilistico. Perché parliamoci chiaro: per un prezzo di partenza di 48.000 Euro offre il blasone (provate a dire a chiunque “Ho una Mustang” e vedrete come ci rimane), il divertimento, il motore ed i contenuti. Sembra quasi che Ford sia riuscita nell’intento di trovare la quadratura del cerchio, la formula della felicità. Oltretutto, dove tutti i concorrenti si stanno buttando sui motori turbocompressi, Ford offre ancora oggi un propulsore aspirato che “tira” bene in alto. La Mustang è una vettura che si guida bene e che quasi vuole riscattarsi rispetto a quella che è la nomea delle automobili americane. Una vettura che non ha paura di dimostrare all’Europa che a volte anche la cultura automobilistica Yankee può insegnare qualcosa a noi del Vecchio Continente.
Tutto ciò con l’aggravante del fatto che, quando ci si scoccia di giocare come dei bambini troppo cresciuti, si chiudono gli scarichi e la Ford Mustang diventa una vettura civile. Silenziosa, non scricchiola, assemblata bene. Le sedute, sebbene siano specifiche per contenere il busto in curva, risultano comode anche nei viaggi prolungati. Un’auto che tra cambio automatico e cruise control adattivo ci accompagna nelle trasferte autostradali. Un’automobile dotata di tutti i più moderni sistemi di sicurezza incluso ESP a varie soglie d’allerta, sensore anticollisione con frenata d’emergenza, sistema di mantenimento della corsia e tanto altro ancora. Sì, alcune plastiche forse potrebbero essere più piacevoli al tatto: ma non penso che qualcuno si offenderà se lancio un gran Chissenefrega, qui.
IN CONCLUSIONE
Non è possibile scendere dalla Ford Mustang e non pensare anche solo per un momento che tutto quello che è stato detto sulle auto americane in questi anni sia una bufala. Tuttavia, al tempo stesso basta conoscere un minimo di storia dell’automobile per sapere che in realtà la moderna Ford Mustang rappresenta l’eccezione ad una regola.
Ma questo poco conta. La realtà dei fatti è che la Ford Mustang per giorni ci ha messo di fronte all’ardua domanda: perché allo stesso prezzo di questo mostro a quattro ruote bisognerebbe comprare dell’altro? Alla fine parliamo del prezzo di una VW Golf GTI con qualche accessorio, di una Audi RS3 scontata, di una Mercedes-Benz A35 AMG base. Tutte automobili che sono sì veloci e orientate verso il piacere di guida, ma che senza offesa mancano totalmente del fascino di una vettura come la Ford Mustang. Già solo il rumore del potente V8 vale il prezzo del biglietto.
Piuttosto, il vero problema è che alla fine della giornata si fanno i conti con la dura realtà. In primis, utilizzare la Ford Mustang su base quotidiana, specialmente in città, significa percorrere in media 3, massimo 4 chilometri con un litro. Forse andando coi piedi di piombo farebbe meglio; ma si perderebbe il senso di avere questo capolavoro ad 8 cilindri sotto al cofano. In seconda analisi, chi compra una Mustang si sottopone ad un balzello fiscale annuo che arriva ad un totale di oltre € 4.000 tra Bollo e Superbollo.
Quindi in definitiva, forse dopo tutte queste righe, la recensione della Mustang poteva essere racchiusa all’interno dei più classici luoghi comuni: “La Mustang è bella ma non la comprerei”, “Non è tanto l’acquisto, quanto la gestione che pesa”, “Il problema non sei tu, sono io”. Ford si è davvero impegnata nel rendere la Mustang un’auto per appassionati Europei pur mantenendo intatto tutto il fascino della storia Statunitense. Tuttavia, è impossibile non considerare che, a fronte di un esborso contenuto per l’acquisto, il possessore di una Mustang deve comunque spendere cifre importanti in carburante e mantenimento. E con questa conclusione, non ci resta che allontanarci dalla Ford Mustang dandole un ultimo sguardo e sussurrandole che “Se a loro non vai bene, in fondo non è tua la colpa”.