Molte case automobilistiche hanno in passato utilizzato le tre letterine “GTI” per identificare una versione pepata di una vettura altrimenti dedicata alla razionalità e alla praticità. Sono state sfornate Volkswagen GTI, Nissan GTI e altresì è stata prodotta una…Lada “GTI”. Ma l’etichetta GTI che probabilmente è rimasta nel cuore di tutti era quella che seguiva il numero 205.La Peugeot 205 GTI nasceva dalla mente malsana della casa automobilistica parigina in un periodo in cui non c’erano regole, non vi erano dei veri e propri freni morali; un’epoca di benessere economico che portò tanti costruttori a proporre delle vere e proprie bombe a quattro ruote per giovinastri amanti del brivido. Automobili piccole, leggere e velocissime: capaci di sfrecciare ben oltre i 200 chilometri orari e derivate da utilitarie che nell’immaginario collettivo non avrebbero dovuto neanche uscire dai centri abitati.
LA GENESI
Tutto partì il 1° marzo 1984, quando al Salone di Ginevra fu presentata la Peugeot 205 GTI 1.6 da 105 cavalli; e se non fosse abbastanza, nel 1986 quel piccolo cofano ha dovuto fare posto ad un 1.9 da circa 130 cavalli. Questa bestia, piccola, piccante, incazzata come una moglie che ha appena scoperto la cartella dei film a luci rosse del marito sul computer; era nata una leggenda. Il successo non si fa attendere: i concessionari sono letteralmente presi d’assalto da giovani rampolli pronti a montare al volante di questo animale unico che urla velocità da ovunque lo si guardi. Le modanature, gli interni, la strumentazione: tutto tradisce la vera indole di questa non-più paciosa utilitaria.
IL COLPO DI CODA
Peugeot all’epoca ci disse (vi disse, in realtà: non ero ancora nato, altrimenti sarei morto in una 205) che grazie ai freni a disco sia anteriori che posteriori la sicurezza era garantita. Non era così: non lo era per nulla. Non che le altre hot-hatchback sue coeve fossero migliori dal punto di vista della sicurezza: nessuno potrebbe considerare una FIAT Uno Turbo a prova di morte, tanto per citarne una. Ma le cose erano un po’ diverse.
Quello che rendeva la Peugeot 205 GTI molto diversa dalla FIAT Uno, dalla Renault 5 GT e da tutte quelle altre latte di sardine troppo potenti era la tendenza al sovrasterzo in rilascio. Non esisteva la possibilità che in rilascio l’auto restasse dritta: rilasciare il pedale dell’acceleratore in curva significava matematicamente ritrovarsi con il derriere della francesina fuori traiettoria, costringendo il conducente a remare con violenza e veemenza nel tentativo di recuperare il controllo dell’automobile. E se c’è qualcuno di voi che sta leggendo che ha avuto modo di provarla, mi darà certamente ragione; altrimenti, per chi non ha avuto modo di provarla, sappiate che non era necessario andare veloci per finire a ruote all’aria o per arare campi di grano.
Fatto sta che, in un caso o nell’altro, per tanto tanto tempo quella sensazione di terrore emanata da una Peugeot GTI è mancata. La 206 GTI era una vettura con un 2.0 da 136 cavalli ma senza il minimo appeal sportivo; una versione ben rifinita, accessoriata, con qualche cavallo, ma tutto qui. E sebbene la casa francese abbia subito provato a rifarsi con la 206 RC da ben 177 cavalli, in realtà non è che questa fosse poi così eccitante da guidare, a dispetto della sua notevole potenza. Passando alla 207…vabeh, la faccio breve: era ancora peggio, nonostante i 175 cavalli sulla carta.